A cura di Lorenzo Marciante

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La rubrica tratta ad ampio spettro ma con rigore scientifico alcuni disturbi di apprendimento come ad esempio discalculia, dislessia,disortografia, disgrafia ed il loro possibile rapporto con il nostro mondo delle freccette. 

La rubrica è aperta anche alle vostre personali testimonianze perchè riteniamo che una condivisione di informazioni porti ad una conoscenza più consapevole. Non mancheranno quindi, per quanto possibile, le segnalazioni di enti o associazioni del settore nonchè link a pagine specialistiche, anche segnalate da voi.  

In questa pagina organizzeremo il tutto perchè, come al solito, tanto lavoro e le vostre segnalazioni non vadano perse in un post di passaggio ma siano a disposizione di tutti dando frutto anche anche in futuro. 

A curarne l'evoluzione sarà Lorenzo Marciante, laureato in filosofia ed insegnante di sostegno specializzato.

Riferimenti rapidi post:

Pagina ufficiale #FreccetteTuttoIncluso su https://www.freccetteitalia.it/rubriche/freccettetuttoincluso

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FRECCETTE INCLUSIVE - NON CONTA FARE CENTRO

29/06/2023 - Lorenzo Marciante

La prima cosa che mi ha colpito,direi anzi rapito di questo sport è il fatto che il punteggio massimo non lo si raggiunge facendo centro. 

Sembra quasi una beffa, eppure il massimo punteggio è 180! La striscia magica rossa appena sopra il centro del bersaglio che si illumina e fa gridare gli spalti dalla gioia; fa gridare gli Speakers, fa gridare i giocatori che ricevono un applauso per essere riusciti in questa impresa. 

Questa non è forse una metafora della vita? 

Oggi più che mai viviamo in un mondo che declama l’arte della performance; sempre all’altezza; che facciamo centro! 

Poco sopra il centro, alzando appena il gomito vive e respira quell’o imperfezione perfetta che ci rende così belli, così diversi l’uno dall’altro eppure unici. 

Se anche voi trovate noioso fare sempre centro giocate a Freccette.

FRECCETTE INCLUSIVE - DISCALCULIA

18/05/2023 - Lorenzo Marciante

Mi chiamo Lorenzo Marciante, ho studiato filosofia e sono un insegnante di sostegno specializzato. Lavoro a Pisa, ma sono di origine siciliane, per la precisione di Sciacca.

Da poco mi sono appassionato al meraviglioso sport delle freccette.

Come molti sanno, oltre alle capacità tecniche, l’allenamento, l’esperienza e l’aspetto mentale un fattore di fondamentale importanza è la matematica; in questo sport è importante riuscire a calcolare rapidamente e a mente le chiusure, ed eventualmente effettuare un ricalcolo. La mia esperienza come insegnante e nel caso specifico insegnante di sostegno fa sorgere in me una domanda rispetto all’aspetto del calcolo a mente.

Un giocatore che ha un disturbo di apprendimento (DSA)e nel caso specifico una diagnosi di discalculia, non sarebbe enormemente penalizzato? A mio avviso ingiustamente. Ma cerchiamo di capire meglio di cosa sto parlando.

La discalculia è un disturbo specifico di apprendimento che comprende difficoltà nel riconoscere i numeri, lentezza nelle operazioni di calcolo, anche semplici, confusione nel ricordare le cifre o gli oggetti in ordine.

Il disturbo specifico di apprendimento non è equiparabile a una condizione di disabilità intellettiva o di altro tipo, perché l’intelligenza risulta nella norma; dunque un ragazzo discalculico comprende perfettamente il processo matematico, ma ha bisogno di strumenti compensativi per portare a termine il conto. Non è un caso che i disturbi specifici di apprendimento (discalculia dislessia,disortografia e disgrafia) e i vari tipi di disabilità siano tutelati da due leggi diverse: nel primo caso la legge 170 del 2010 tutela i ragazzi con disturbi specifici di apprendimento, mentre per quanto riguarda gli altri tipi di disabilità esiste la famosa legge 104 del 1992.

La mia domanda che spero possa portare a una riflessione per una maggiore inclusione in questo fantastico sport è la seguente: Non sarebbe giusto introdurre degli strumenti compensativi nelle gare che non penalizzino i giocatori con tale diagnosi?

Ciò non rappresenterebbe un vantaggio, ma la possibilità per chi ha la diagnosi di discalculia giocare alla pari. Mi auguro che da questa riflessione possano sorgere riflessioni e spunti per un dibattito.

Commenti

SCRIVE Daniele Pedro Petri

La matematica è sicuramente una componente importante, alla pari di altre. Io ho la fortuna, e sottolineo fortuna, di avere questa grande abilità coi calcoli, mentre sono penalizzato in altre componenti.

La discalculia certamente penalizza, mi chiedo però se sia possibile diagnosticarla dal punto di vista medico, e quindi adottare soluzioni per chi ne è affetto, nel senso che poi si potrebbero creare discussioni sulla questione "perché lui sì ed io no". Esistono tecnologie di gioco (ad esempio lo Scolia), per le quali provo "ribrezzo", in quanto la mia abilità di calcolo diventerebbe secondaria e di conseguenza ci perderei di livello, che potrebbero aiutare molto chi soffre di questo disturbo.

RISPONDE Lorenzo Marciante

Daniele Pedro Petri si è possibile diagnosticarla da un punto di vista medico ed è cosa completamente diversa da una disabilità

SCRIVE Palmo Di Camola

Pongo un quesito:

Immaginiamo per assurdo che un atleta abbia questo "disturbo" ma che sia in possesso di qualità tecniche straordinarie. La scelta tra farlo giocare in una "speciale" categoria o dare il mezzo per competere con i piu forti quale sarebbe? Pensate se nel vostro club aveste un giovane MVG che le mette tutte ma che abbia un limite matematico.


RISPONDE Debora Caretto

Palmo Di Camola secondo il mio punto di vista, bisognerebbe conoscere le problematiche dell'atleta e trovare delle soluzioni a lui adeguate. Chi lo segue deve sapere dall'inizio i suoi limiti ed aiutarlo ad affrontare i problemi. Per esperienza posso confermare, che se una attività, qualunque essa sia, piace veramente tanto, le difficoltà trovano ben presto delle soluzioni. L'importante è anche trovare delle persone che ti comprendano e ti supportano, che sappiano il modo di farti notare gli errori senza farti sentire una nullità. Noi finora abbiamo sempre trovato persone pazienti e meravigliose


RISPONDE Angelo Ceccotti (presidente IDA)

Palmo Di Camola ciao caro, ci mancherebbe, grazie per tutto quello che fai. Il discorso impostato porta in una direzione diversa dalla promozione sportiva. Il tema è l'inclusione, non si può tarare un obbiettivo sportivo sulla capacità ma sulla sua massima espononzialita, poi sta a tutti cercare il miglioramento, porre dei limiti è discriminazione. Forse il concetto è molto complesso e non riconducibile ad un messaggio

SCRIVE Angelo Ceccotti (presidente IDA)

Più che avvicinare allo sport agevolando e modificando regole di gioco serve maggiore inclusione. Ormai tutti gli sport stanno andando, credo giustamente, in questa direzione. La disabilità non deve essere intesa come diversità ma come semplice limitazione, come lo è per gli atleti più o meno forti. Noi di Italian Darts Academy siamo aperti comunque a discutere del tema con esperti come il professore in questione, seguendo il percorso fatto finora per la crescita del gioco.


RISPONDE Lorenzo Marciante

Angelo Ceccotti la ringrazio moltissimo per la sua gentilezza e disponibilità e mi rendo disponibile per un proficuo confronto e scambio di idee

SCRIVE Massimo Mandolini (FIGF)

Come detto giustamente da Stefano Laforgia, quale mezzo compensativo può essere migliore di quello di chiedere all'arbitro quanto rimane, anche dopo una sola freccetta tirata?

È un comportamento lecito e si ha una risposta rapida. Poi, con il tempo, compatibilmente con la situazione personale del giocatore, può migliorare da solo, come appunto abbiamo già visto fare. Facendo riferimento ad Alex, non solo riesce a giocare, ma arbitra anche regolarmente.

Per quanto invece riguarda il discorso da un punto di vista di regolamenti, ogni cambiamento deve essere fatto a livello internazionale dalla World Darts Federation (WDF), non possiamo intervenire in Italia da soli in quando l'appartenenza alla WDF impone il rispetto delle sue regole per avere gare riconosciute da essa.

Recentemente ai campionati italiani ho avuto una discussione simile con alcune persone che chiedevano di far giocare i giocatori in sedia a rotelle su bersaglio più basso. La WDF, per le gare "normali" non prevede questa possibilità, quindi anche noi ci dobbiamo adeguare. Un giocatore in sedia a rotelle può partecipare alle gare, ma l'altezza del bersaglio resta la stessa per tutti. Il discorso cambia se parliamo di Paradarts, realtà riconosciuta e associata a WDF. Nelle gare Paradarts il bersaglio può essere a 1,37 per chi è costretto sulla sedia a rotelle.

Spero di aver chiarito alcuni aspetti della questione


RISPONDE FreccetteItalia.it

Massimo Mandolini ottimo chiarimento perchè spesso vengono sollevate queste questioni non conoscendo che ci sono dei precisi regolamenti per i tornei ufficiali.

SCRIVE La Silvia

Scusate l'intromissione, vedo che molti non sanno neanche cosa sia la discalculia, ne clinicamente, ne tanto meno a livello di legislazione.

La discalculia è un disturbo specifico dell'apprendimento inserito nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, insieme ad altri disturbi dell'apprendimento quali dislessia, disortografia e disgrafia.

In quanto disturbo inserito nei manuali diagnostici riconosciuti a livello mondiale è diagnosticabile tramite iter diagnostico specifico. Nonostante sia invisibile se non dichiarata, le persone che ne soffrono hanno una certificazione, che stabilisce secondo la legge 170/2010 il dovere da parte della scuola di individuare forme didattiche e modalità di valutazione adeguate. Lo scopo della legge è prevedere percorsi che permettano ad alunni con tali disturbi il successo formativo.

La scuola ha l'obbligo di fornire strumenti compensativi e dispensativi dato il limite nel caso della discalculia per tutte le discipline che prevedono l'utilizzo delle abilità di calcolo (comprensione, produzione e calcolo) come ad esempio l'utilizzo della calcolatrice. Diagnosi eseguibile da parte di equipe composta da psicologi e medici (neuropsichiatria infantile) a partire dalla fine della terza della primaria di primo grado tramite test standardizzati e test di intelligenza.

Detto questo: a voi l'ardua sentenza.

Se consideriamo però come strumento compensativo il bersaglio abbassato per chi pratica lo sport in carrozzina, chi ha una difficoltà certificata di calcolo tramite come può essere incluso? Quale strumento compensativo è secondo voi utilizzabile?


RISPONDE Lorenzo Marciante

La Silvia grazie mille del tuo intervento nell’articolo riassumevo ciò che hai esposto.

Complimenti per la chiarezza

SCRIVE Debora Caretto

Come ben sapete è un argomento che ci tocca quotidianamente, avendo 2 figli DSA. Di cui uno DSA grave e altro..... Ci sono problematiche invisibili, che secondo me vanno comunque riferite agli istruttori e/o accompagnatori. Non perché queste problematiche siano invisibili, non influiscano sulla vita sociale e privata, sull'autostima, sul pensiero di essere sempre inferiori, di vedersi e sentirsi diversi dai propri simili, dal sentirsi sempre sbagliati.

A scuola si applica il PDP, piano didattico personalizzato, dove, in base alla legge 170/2010 sono specificati gli strumenti compensativi e dispensativi ( ad esempio l'uso della calcolatrice, l'uso di mappe e schemi, l'uso del PC, l'uso del sintetizzatore vocale, la dispensa della lettura ad alta voce, minor attribuzione di compiti, maggior tempo per le prove scritte, verifiche programmate, verifiche diversificate, verifiche lingue straniere modificate in base alle necessità, ecc). In presenza della legge 104, sia comma 1 che 3(gravità) viene stilato il PEI, piano educativo individuale, che oltre alle "esigenze" di studio, applica ore di sostegno con insegnanti preposti e ore con l'educatore.

Nella vita reale oltre alla scuola, queste problematiche si risentono nella quotidianità in famiglia, nello sport, nelle amicizie, nel sociale.

Da genitore all'inizio ti senti impotente, in quanto non sai come affrontare il tutto, ogni ragazzino nelle sue problematiche è diverso anche tra fratelli. Ognuno ha il proprio modo di percepire le informazioni e ognuno le elabora a modo suo. La famiglia è sicuramente importante, ma anche la scuola (se trovi gli insegnanti giusti....) ma soprattutto anche gli amici e gli istruttori delle attività.

Le frecette nel nostro caso, e ancor meglio nel caso di Alex, hanno "cambiato " la vita. Non solo dal punto di vista della matematica, ma dell'autostima, e soprattutto della socializzazione, abbiamo trovato amici che in 2 anni sono diventati Famiglia, persone che ci hanno accettato con le nostre problematiche e hanno aiutato ad affrontarle, persone che dedicano il loro tempo e il loro affetto ad Alex, i suoi istruttori, la sua squadra, gli altri freccettari e in particolar modo tutti quelli che sono la nuova Famiglia.

Concludendo, noi possiamo solo ringraziare questo gioco per aver visto rinascere nostro figlio Alex, e ancor prima l'altro figlio Brian con altre problematiche.