Adriano Vidotto

#dartplayerstory

(Articolo aggiornato a 20/11/2023)

ADRIANO VIDOTTO, "ilgrandeuno"

E' la volta di Adriano Vidotto, detto “Ilgrandeuno”, classe 1949.

E' stato Dennis Orlando a porre le domande e fare la scheda di questo giocatore che rappresenta un mito nel mondo delle freccette in Italia.

E' stato il primo campione nazionale Figf  nel 1987 con tanti altri premi e piazzamenti, vestendo anche la maglia della nazionale.

I giovani forse non lo conoscono ma è stato un darter eccezionale e di grande classe che ha lasciato il segno su tutte le pedane nelle quali si è cimentato.

Un applauso da tutti noi di Freccette Italia e un ringraziamento speciale a Dennis Orlando che ha curato l'intervista in diretta.

Marco Riccomini per FreccetteItalia.it"

LO SCHEDONE DI: ADRIANO VIDOTTO

CHI SONO

Nome e cognome Adriano Vidotto
Soprannome Per gli amici "Ciccio", per i freccettari sono "Ilgrandeuno"
Data di nascita 26 settembre 1949
Luogo di nascita Monfalcone (GO)
Dove vivo A Monfalcone
Famiglia Sposato con figli
Animali domestici Nessuno
Tatuaggi Nessuno
Studi IIIa Avviamento al Lavoro
Lavoro Pittore
Sport Pallacanestro e Freccette
Carattere Bonaccione
Altezza 194 cm
Peso 120 kg

COSA MI PIACE

Hobby Bricolage
Il piatto preferito Capesante gratinate
Bevanda preferita Dato che sono astemio, acqua o spuma
Il mio pregio La tranquillità interiore
Il mio difetto Chiacchierone
In vacanza dove In Sud Africa
Il mio film La Vita è Bella di Benigni
Il mio libro Non leggo abitualmente, quindi direi nessuno in particolare
La mia musica Lucio Battisti
Il mio eroe I miei eroi, sono i miei figli
Il mio motto Che Dio mi dia la salute che al resto ci penso io…
Il mio sogno Vorrei vivere a lungo per poter godere delle gioie e dei successi che avranno nella vita e nello sport i miei nipoti

LE MIE FRECCE

"La prima squadra è stata il D.C. Monfalcone (meglio conosciuto come Buffet Nino), ma il mio Dart Club è "ilgrandeuno"" che fondai assieme ad altri amici, la sua denominazione proviene dal mio soprannome, il quale mi è stato dato per la mia stazza e perchè ero da poco diventato il 1° Campione Italiano di singolo."

Frecce usate Harrows da 26 grammi
Destro o mancino Destro
Impugnatura Con tre dita
Postura in pedana Frontale
Doppio preferito Doppio 2
Triplo preferito Triplo 20
Chiusura preferita Il 54 (18-D18) in quanto preferisco tirare nella zona destra del bersaglio
Miglior leg chiuso In 13 frecce in una partita di campionato contro il DC Bever Forever di Trieste
Miglior check out 160
Miglior average In quegli anni non veniva calcolato
Giocatore preferito Bob Anderson, ci ho giocato contro alla World Cup
Ranking attuale In Pensione


PALMARES

Titoli regionali 1° Classificato al Regionale di singolo Friuli Venezia Giulia il 14 aprile 1987

Titoli nazionali 1° Classificato al primo campionato nazionale di singolo il 12 maggio 1987 e 1° Classificato al primo campionato nazionale di doppio in coppia con Andrea Barbo nel 1989, 2° Classificato al Dart Master 1988 vinto da Dennis Warner

     

Partecipazioni internazionali

Titoli internazionali Nessuno

Partecipazioni Alla World Cup 1987 (Copenaghen) e al Winmau 1988 (Lakeside) 

#DartPlayerStory
Adriano Vidotto - FreccetteWDF (dartswdf.com)

 

ADRIANO VIDOTTO
Cos'è che ti ha spinto a cominciare a giocare a freccette ? La molla scatenante. 

E’ stato un amico Elvi Andrian (poi compagno di squadra) che, incontrato per caso, si ricordò che per un periodo vissi in Sud Africa e mi chiese se avessi mai giocato a freccette. Gli risposi che avevo fatto qualche partita nel mio periodo vissuto all’estero; prese la palla al balzo e mi invitò a raggiungerlo la stessa sera presso la sede del Dart Club Monfalcone: li iniziò la mia carriera e seguirono i miei successi. Era il 1986.

Quando e dove hai cominciato ? 

Al Dart Club Monfalcone (Buffet Nino) nel 1986. 

La passione c'era già all'inizio o ti è venuta nel tempo ? 

Mi è venuta nel tempo. 

Come ti prepari / preparavi prima di una partita ? 

Tirando da solo, iniziavo cercando di mettere a segno 100 punti, poi alternando i tiri tra la metà sinistra e quella destra del bersaglio, mirando prima tutti i doppi rossi, poi il bull verde, a seguire tutti i doppi verdi quindi il bull rosso, concludendo con altri 100 punti e non mollavo fino a che non completavo la sequenza. 

A cosa dai / davi più importanza: braccio, testa, frecce o altro ? 

Alla testa, la capacità di concentrazione è fondamentale. 

Come ti alleni / allenavi ? 

Come ho spiegato prima. 

Cosa ti da / dava più forza quando giochi ?

Se un avversario era scorretto in pedana, riusciva a farmi tirare al 110% pur di batterlo. 

Cosa detesti / detestavi quando giochi / giocavi ? 

I giocatori scorretti, rammento un episodio ad un torneo dove affrontai un giocatore che ad ogni serie di frecce tirate, togliendole dal bersaglio lo spostava di proposito e con questo escamotage si trovò avanti per 2-0. Quando un mio compagno di squadra si accorse e me lo fece notare, replicai al suo gesto andando a raddrizzarlo e questa manfrina durò per tutto il match…. Bè poi vinsi 3-2. 

Cosa ti da la carica quando sei in pedana ? 

La voglia di vincere. 

Sei / Eri bravo nei calcoli delle chiusure ? 

Assolutamente si, la matematica in questo gioco / sport è fondamentale, sono bravo ancora oggi e a volte capita che i miei nipoti mi sfidino a gara di conti. Tenere il cervello allenato alla mia età ti da una marcia in più. 

Da giocatore, come ti definiresti ? 

Un bravo giocatore….presuntuoso (e sorride!). 

Sei scaramantico e hai un portafortuna ? 

Si, sono scaramantico e ho un mio rituale prima di ogni partita ufficiale (ma non posso raccontarlo e ride). 

Ti sei mai arrabbiato in pedana e/o hai litigato ? se si, per quale motivo ? 

Si, è successo ad un doppio nazionale, giocavo in coppia con Claudio Cattonar e l’arbitro sbagliò i conteggi. 

Preferisci giocare in singolo, doppio o squadra ? 

Preferisco il singolo. 

Quale è stata la partita più bella che ricordi con maggiore emozione ? 

Sicuramente la finale dei nazionali di singolo dove poi vinsi il titolo Italiano. 

Quali sono le emozioni che senti quando giochi a freccette ? 

Prima della gara ho un po’ d’ansia da prestazione che poi sparisce quando inizio a giocare. 

Quale è stata la più bella avventura che hai vissuto da quando giochi a freccette ? 

A dire il vero ne ho due, la prima fu quando per il Campionato Italiano a squadre volammo a Roma per giocare contro lo Shamrock, era la stagione 88/89 e vincemmo per 6-1, il problema insorse alla partenza quando arrivati in aeroporto ci fu un imprevisto ai controlli, in quanto avendo con noi le freccette, al passaggio sotto al metal detector, questo iniziò a suonare e la polizia presente ignara dell’esistenza di un campionato di freccette, d’istinto volle sequestrare a tutti i presenti i dardi. Poi, dopo essersi consultati con i loro superiori, con un po’ di buon senso ci fecero passare e come citava una nota canzone di Antonello Venditti  ….arrivammo a Roma.

La seconda, sempre per il campionato a squadre, dovevamo recarci a giocare in provincia di Macerata, per l’esattezza a Montefano e ci andammo in pulmino. Per raggiungere la meta, ricordo che vista la tanta strada da fare ci riempimmo di provviste, ma a soli 50 km dalla partenza queste erano già finite, al tempo eravamo giovani e molto affamati, una volta raggiunto il campo di gara, archiviammo il tutto con un netto 8-0 a nostro favore. 

Soft o Steel ? 

Steel tutta la vita, ho provato a fare un campionato di soft ma non fa per me. Odio tutto quell’automatismo. 

Le freccette le consideri un gioco o uno sport ? 

Un gioco. 

Cosa ha significato vestire la maglia della nazionale ? 

Un vero onore e soddisfazione. E’ stata una grande emozione che mi ha dato tanta adrenalina. Ti racconto un piccolo aneddoto successo durante la trasferta a Copenaghen:

alla sera della prima giornata, siamo andati in una pizzeria vestiti con la divisa dell’Italia e i proprietari quando ci hanno visti oltre ad averci festeggiato, ci raccontarono che la settimana precedente allo stesso nostro tavolo, avevano servito i pluri titolati fratelli Abbagnale.

Chi è / è stato il giocatore italiano più forte che hai affrontato ?

Bruno Ladovaz. 

Quello  straniero ? 

Bob Anderson e Cliff Lazarenko, a quest’ultimo feci una foto per ricordo e si arrabbiò talmente tanto che mi prese la fotocamera, la lanciò a terra e me la schiacciò montandoci sopra. Ovviamente non venni risarcito del danno subito. 

C'è un giocatore al quale t'ispiri o ti sei ispirato ? 

No, sono un istintivo e autodidatta. 

C'è stato un momento nella tua carriera in cui hai pensato di smettere ? se si quale ? 

No, il gioco mi ha sempre piaciuto tanto che non ne vedevo il motivo, ma alla fine ho smesso perché ci furono degli avvicendamenti in squadra che portarono alcuni compagni ad avere dei comportamenti scorretti verso la mia persona e valutai che il mio tempo del 'Ilgrandeuno' era finito. 

Vorresti che qualcuno in famiglia si innamorasse delle freccette ? 

Mi piacerebbe, c’è uno dei miei nipoti che saltuariamente tira qualche freccetta; spero segua le orme del nonno (gli brillano gli occhi). 

Come hai programmato il tuo futuro di dart player ? 

Da pensionato, se capita tiro qualche freccia di tanto in tanto. 

Cosa puoi dire a chi comincia a giocare a freccette ? 

Di divertirsi e tutto sarà più facile. 

Ti piacerebbe / sarebbe piaciuto essere un giocatore professionista ? 

No, non mi è mai interessato. 

Pensi che lo sport delle freccette meriti una maggiore diffusione e considerazione ? Hai delle idee a riguardo? 

Si lo meriterebbe, ma andrebbe creato un movimento professionistico d’elitè e uno dilettantistico per tutti gli altri. 

Come vedi il futuro del movimento freccettistico italiano ? 

Se ci sarà una divisione tra Professionismo e dilettantismo, lo vedo roseo. 

Altre esperienze, aneddoti? 

Quando divenni il primo campione italiano, la notizia era talmente particolare che ebbe un gran seguito sia sui giornali che alla TV. A proposito ci invitarono una volta al programma Rai “Va Pensiero” condotto da Barbato dove mi posero alcune domande e mi fecero tirare qualche freccia. Durante la pausa pranzo ci invitarono ad usufruire della mensa Rai e, una volta raggiunta, sedemmo a fianco di Lino Banfi e Toto Cutugno, quest’ultimo quando vide che indossavamo la casacca della Nazionale, ci chiese in quale sport rappresentassimo i colori dell’Italia, gli rispondemmo “freccette”. Lui ci guardò stranito, ma dopo che il presidente Caserta gli raccontò di cosa si trattasse donandogli anche un board e un paio di set di dardi per poter provare la pratica tra le mura domestiche, Cutugno ci disse, a saperlo prima vi avrei invitato a Domenica In.

L’altra esperienza in TV è stata al programma “Oggi Sport” condotto da Gianni Vasino e Antonella Clerici, in quell’occasione fui accompagnato da Cinzia Borgia del DC Treviso neo campionessa Italiana. A riguardo ci sono i video su Youtube e li potete visionare ai link qui sotto.


https://youtu.be/uUpc-ClhKiQ 

https://youtu.be/ulOkKJqKsMQ


 



Oggi Sport RAI 1987 - Adriano Vidotto e Luciano Caserta

Oggi Sport Adriano Vidotto e Cinzia Borgia

Campioni Italiani di doppio nel 1989
Da sx Andrea Barbo, Adriano Vidotto, il proprietario del Centro Iguazù di Mirano (sede delle gare), il Presidente Nazionale FIGF Luciano Caserta

Dennis Orlando e Adriano Vidotto per FreccetteItalia.it

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